Klimt, Gustav - (Baumgarten
1862-Vienna 1918) Pittore austriaco.
Figlio di un orafo e incisore, studiò a Vienna. Nel 1879 partecipò con
il fratello Ernst a lavori di decorazione, che lo resero noto e gli fecero
ottenere i primi riconoscimenti. Nel 1897 fu tra i fondatori della
secessione viennese di cui oggi è un emblema. Il gusto decorativo, le
affascinanti e sinuose raffigurazioni femminili sfumate in un raffinato
astrattismo e gli elementi simbolici della sua opera ne fanno l'artista
più rappresentativo dell'art nouveau. Tra le sue opere, Testa di ragazza
(1898, collezione privata), Le tre età della donna (1905), L'albero della
vita, L'attesa, Il bacio (1908, Vienna, Österreichische Galerie), La morte
e la vita (1908, Vienna,
collezione privata), Giuditta (1909, Venezia, Museo d'Arte Moderna di Ca'
Pesaro), ritratti di Fritza Riedler e di Adele Bloch-Bauer (1912, Vienna,
Österreichische Galerie), Locanda sull'Attersee (1915-1916, Stati Uniti,
collezione privata).
La vicenda artistica di Gustav Klimt (1862-1918), coincide quasi per
intero con la storia della Secessione viennese. Con il termine Secessione
si intendono quei movimenti artistici, nati a fine ’800 tra Germania ed
Austria, che avevano come obiettivo la creazione di uno stile che si
distaccasse da quello accademico. Di fatto, le Secessioni introdussero in
Austria e in Germania le novità stilistiche dell’Art Nouveau che in quel
momento dilagavano per tutta Europa. La prima Secessione nacque a Monaco
di Baviera nel 1892. Fu seguita nel 1893 da quella di Berlino e nel 1897
da quella di Vienna.
La Secessione viennese fu un vasto movimento culturale ed artistico che
vide coinvolti architetti (Olbrich, Hoffmann e Wagner) e pittori (Klimt,
Moll, Moser, Kurzweil, Roller). La Vienna in cui questi artisti si
trovarono ad operare era in quel momento una delle capitali europee più
raffinate e colte. La presenza di musicisti quali Mahler e Schönberg, di
intellettuali quali Freud e Wittgenstein, di scrittori quali Musil,
rendevano Vienna una delle città più affascinanti d’Europa. L’aura biedermeier di Vienna era tuttavia l’apoteosi di un mondo che stava per scomparire,
consapevole della sua prossima fine. Cosa che avvenne effettivamente con
lo scoppio della prima guerra mondiale che decretò la dissoluzione
dell’Impero Austro-Ungarico.
Questa coscienza della fine, tratto comune a molta cultura decadente di
fine secolo, pone anche la Secessione viennese nell’alveo della pittura
simbolista, sebbene con uno spirito d'indipendenza e un tratto stilistico
diverso da quello del Simbolismo francese, cui si può considerare solo
parzialmente affine. E tale caratteristica è riscontrabile anche nella
pittura di Klimt che rimane il personaggio più vitale ed emblematico della
Secessione viennese.
Gustav Klimt nacque in un sobborgo di Vienna, e in questa città frequentò
la Kunstgewerbeschule (Scuola delle Arti decorative). Giovanissimo,
insieme al fratello Ernest e all'amico Franz Matsch, diede vita alla sua
prima società artistica, procurandosi commissioni per decorare edifici
pubblici. Ne ricavò una certa notorietà e ulteriori commissioni, quale
l’importante incarico di decorare l’aula magna dell’Università. Nel 1897
fu tra i fondatori e primo presidente della Secessione, partecipando
sempre attivamente alle attività del gruppo da cui si distaccò in polemica
nel 1906 per fondare una nuova formazione: la Kunstschau, una secessione
dalla Secessione. Nel 1912 divenne presidente dell’Unione Austriaca
degli Artisti.
Alla Scuola delle Arti decorative Klimt ricevette un insegnamento
accademico basato essenzialmente sullo studio del nudo e sull’ornato. La
sua produzione grafica, molto ampia, durante gli anni giovanili rivela lo
studio sulle tematiche dell’arte italiana del Rinascimento. Di questo
periodo è La giovinezza (1882) eseguito per la pubblicazione Allegorie ed
emblemi, una pubblicazione con lo scopo di fornire dei suggerimenti per
ogni genere di decorazione.
Klimt nei suoi primi lavori mostra una precisione di disegno e di
esecuzione assolutamente straordinarie, ponendosi però in un filone di
eclettismo storicistico tipico di una certa cultura del secolo scorso in
cui gli elementi della tradizione, in particolare rinascimentale, vengono
ampiamente rivisitati e riutilizzati.
Col tempo il disegno di Klimt muta considerevolmente. Il Nudo disteso
verso destra, del 1912, un disegno a matita blu e rossa con una forte
carica erotica, mostra un linearismo essenziale che è il risultato del
cambiamento.Dal 1884 in poi in ogni elemento decorativo creato da Gustav
Klimt sarà presente la cornice, ripresa dall’ambiente artistico di William
Morris.
Negli anni a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento,
l’arte di Gustav Klimt è cambiata: un preziosismo quasi gotico, un disegno
rigoroso ed armonico, un uso del colore teso a sottolineare effetti di
trasparenze, un gusto per la decorazione indirizzato verso la
bidimensionalità, pur mantenendo effetti volumetrici.In Giuditta I, del
1901, il soggetto biblico è decisamente subalterno al corpo seminudo,
appena coperto da un velo violaceo con ornamentazioni dorate, che è un
inno alla bellezza femminile e al potere incantatore del suo sguardo. Non
c’è linea di contorno: il corpo di Giuditta, come il suo abito velato,
sfuma dolcemente e quasi si confonde con lo sfondo. Il dipinto è reso
ancor più prezioso dall’utilizzo del fondo in oro, ripreso dalle tavole
gotiche. Esso segna l'inizio del cosiddetto Periodo Aureo di Klimt.
Due viaggi compiuti a Ravenna nel 1903 diedero a Klimt ulteriori stimoli.
Da quel momento l’oro, già presente in alcune opere precedenti, acquista
una valenza espressiva maggiore, fornendo la trama coloristica principale
dei suoi quadri. Da qui la definizione, appunto, di Periodo Aureo;.
Il dominio dell'oro che distingue le tele di questo periodo deriva da un
bisogno di trasfigurazione, dal desiderio di sublimare la realtà.
Attraverso la superficie brillante ed intarsiata dell'oro bilancia la
scarsa volumetria delle forme e infonde un aura magica in quel fascino
ricercato ed arcano. Una delle opere chiave di Klimt, soprattutto per il
superamento delle angosce legate alla figura femminile, è Il bacio.
L'elemento di maggior risalto della produzione klimtiana è costituito
dall'inserimento di dettagli naturalistici in un mondo di pura astrazione,
in cui il ruolo portante dell'immagine viene affidato ad un decorativismo
stilizzato e piatto. L'insistenza con cui Klimt perfeziona lo splendore
dei suoi ritratti annulla ogni intento introspettivo, come in Adamo ed
Eva. La dominante dell'oro ereditata dall'arte musiva bizantina, viene
privata del valore di trascendenza religiosa. Nella sua arte essa risponde
ad esigenze di preziosismo estetico ed assume al contempo una forte carica
erotica, come in Danae.
In questi anni, Klimt comincia ad utilizzare l’oro in foglia, per poi, nel
1908 con L’Attesa (parte sinistra del Fregio Stoclet) passare ad un fondo
che pare pulviscolo dorato su una distesa verdastra che rende la
sensazione di una superficie a mosaico molto più dell’oro in foglia. Il
formato perfettamente quadrato contribuisce a dare l’illusione di uno
spazio infinito dove la maternità, il soggetto della tela, diventa un
evento sacro ed è proposto alla contemplazione dell’osservatore.
All’accennata volumetria delle sole parti nude del corpo si contrappone la
bidimensionalità della veste e la linea di contorno. In corrispondenza del
ventre della giovane gravida, vi è un teschio, simbolo della morte, ad
indicare l’esito di ogni vita.
Nel Periodo Aureo l'arte di Klimt si rivela soprattutto grazie
a splendidi ritratti con una forte prevalenza di immagini femminili,
filtrate attraverso una cultura raffinata e una visione intrisa di
simbolismi. Questa fase si conclude nel 1909 con il quadro Giuditta II.
Seguì un periodo di crisi esistenziale ed artistica dal quale Klimt uscì
dopo qualche anno. Il suo stile conobbe una nuova fase, la cosiddetta
terza fase; klimtiana, rigenerato dall’incontro con i colori dei Fauves e
di Matisse, con la poetica aggressiva e veemente di Van Gogh, con
Toulouse-Lautrec. Scompaiono gli ori e le eleganti linee art nouveau,
diviene protagonista il colore acceso e vivace. Le minuzie decorative
lineari verranno sostituite con getti di colore arditamente accostati con
un’inesauribile ricchezza cromatica. La Culla, del 1918 (rimasto
incompiuto), è la dimostrazione di tale cambiamento.
Questa fase viene di certo influenzata dalla pittura espressionista che
già da qualche anno si era manifestata in area tedesca. E Klimt l’aveva
conosciuta soprattutto attraverso all’attività di due artisti viennesi,
già suoi allievi: Egon Schiele e Oscar Kokoschka.
Klimt dipinge anche un certo numero di paesaggi, in cui subisce
l'influenza dell'Impressionismo (in special modo dello stile di Claude
Monet) e successivamente dell'Espressionismo; queste contaminazioni si
manifestano nella ricerca di una modalità espressiva più spontanea e meno
sofisticata.
La sua attività si interruppe nel 1918, quando a cinquantasei anni morì a
seguito di un ictus cerebrale. Di lui ci restano circa duecento opere, tra
maggiori e minori, e oltre tremila disegni. (c) testo: sito
http://www.informagiovani-italia.com/ (c) musica: - Erik Satie - Third
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